giovedì 14 ottobre 2010

Maria Antonietta

Maria Antonietta.
La regina della tragedia.
Il cui destino fu travolto dai vortici tempestosi della storia.






mercoledì 13 ottobre 2010

Casa mia...

Voilà la mia spettacolare reggia di Versailles!
Quanto adoro questo palazzo: è perfetto.
Così ricco così pieno così... così Versailles!
Sì, perchè io aspetto solo il momento in cui finalmente potrò andarci anche io.
E gridare nei suoi meravigliosi saloni:
FINALMENTE SONO A CASA!



La mia piccola creazione...

Ecco qui.
Ieri notte mi sono svegliata e ho pensato a questa minuscola composizione.
Chissà... a me è sembrata carina... vedete voi come giudicare...

Guardo lo specchio.      
Vedo una bambina che corre e salta felice nel prato. È una bambina molto bella, con un fascino particolare: è strana, quasi mascolina. Mi affascina, credo di averla già vista.
Guardo fuori dalla finestra vicino allo specchio. Vedo il cielo. È sereno, senza una nuvola.
Ritorno allo specchio.
La piccola è cresciuta. Ora è un’adolescente meravigliosa, con un sorriso convincente e i capelli che si scuotono mossi dal vento, come delle mani pronte ad afferrare la prima persona che si avvicinerà. I boccoli castani ondeggiano liberi. Sì, sono convinta che è una ragazza che non si farà comandare molto facilmente. È libera e lo resterà sempre.
Ha un sorriso fiero e gli occhi le brillano dall’orgoglio.
Un suono giunge alle mie orecchie. È un’aquila. Un’aquila che vola libera e indomabile nel cielo dove si sono formate delle nuvole grigie.
Continuo a pensare di aver già visto quella ragazza.
Lo specchio cambia.
Ora la ragazza è diventata una giovane donna. Non sorride più come prima e gli occhi mal celano i dolori della vita che ha dovuto affrontare e subire. Non è più felice come un tempo. Si è resa conto che la vita è difficile e non sempre si esce vincitori da una sfida contro essa.
Il cielo è diventato buio.
È in arrivo un temporale. Le nuvole scure annunciano l’arrivo imminente della pioggia.
Vedo la giovane montare a cavallo, su un cavallo bianco.
Tra le nuvole nere si staglia una piccola figura candida. È una colomba.
Porta nel becco un fiore. Una rosa bianca.
Guardo nello specchio.
Ora la ragazza mi sorride. E io sorrido con lei.
Sbatto le palpebre. Una, due, tre volte.
La giovane donna prende forma davanti ai miei occhi. Una lacrima scorre sulle nostre guance.
Sono io.